Fisco

Quali sono gli adempimenti fiscali che un architetto dipendente con contratto a tempo indeterminato deve effettuare per svolgere anche la libera professione? È necessaria un’autorizzazione?

Risposta a cura di Consulenti e Collaboratori 

Un architetto dipendente (con contratto a tempo indeterminato o determinato) potrà esercitare l’attività come libero professionista mediante l’apertura di una partita IVA. Potrà, quindi, adottare uno dei regimi fiscali previsti per i professionisti (forfettario, semplificato, ordinario) anche se con la Legge Finanziaria 2020 è stata ripristinata l’esclusione dal regime forfettario dei soggetti che, nell’anno precedente, hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente eccedenti l’importo di 30.000 euro.

In costanza di rapporto di lavoro dipendente, l’architetto titolare di partita IVA non potrà iscriversi ad Inarcassa ma assoggetterà i propri redditi professionali alla gestione separata Inps.

Come da precedente FAQ 24 novembre 2019 “Prestazioni occasionali”, si evidenzia che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con il protocollo n. 4594 del 25 febbraio 2015, ha invece escluso la possibilità per i lavoratori autonomi iscritti in Albi professionali di porre in essere prestazioni occasionali.

Da ultimo, si osserva che non ci sono norme fiscali che vietino al dipendente di svolgere la libera professione; sarà, comunque, opportuno verificare presso il proprio datore di lavoro eventuali vincoli o clausole contrattuali che possano limitare l’esercizio dell’attività professionale.

 

Per saperne di più rivolgiti allo sportello di riferimento.

Aggiornato al 06/03/2020